Quanto ci costa il dito medio di Bossi
per Byoblu.com: Valerio Valentini
La cosa più squallida è che il Parlamento sia scambiato di frequente per un’osteria di quart’ordine: una di quelle bettole in cui i conti si regolano a suon di cazzotti e di insulti. E ancor più squallido è vedere miseri deputati pronti a lanciarsi in una rissa senza senso per segnalarsi all’attenzione dei propri capirione: “Hai visto capo, gliene ho suonate. L’ho fatto soltanto per te!”. Un pugno è per sempre. È un segno di fedeltà. E le elezioni sono vicine.
L’ultima rissa da mercato del pesce è quella di ieri tra Barbaro del Fli e Ranieri della Lega. I quali, se non fosse per queste straordinarie performance degne di nota, sarebbero dei perfetti carneadi. Persone che, come diceva Gaber, quando li incontri ti dicono “Lei non sa chi sono io!”. Ed è vero: nessuno li conosce, ma tutti contribuiscono al loro ragguardevole stipendio. Le motivazioni della lite sono note. Fini denuncia lo scandalo della moglie di Bossi che prende la pensione da quando ha 39 anni. La Gelmini s’infuria. Il giorno dopo Reguzzoni invoca le dimissioni di Fini. Gli ultras del presidente della Camera s’infuriano e scoppia la rissa.
Il partito che sbraita contro gli sprechi, le mafie e il fancazzismo dei "terroni" dovrebbe quantomeno scegliersi un leader che sia l’emblema dell’efficienza, della trasparenza e della produttività. Ma ognuno ha il leader che si merita e alla Lega tocca accontentarsi di Bossi. Uno che nel ’75 si sposa con una commessa di Gallarate, la quale lo "scarica" dopo 7 anni (ah, la crisi del settimo anno!) perché scopre che il suo Umberto esce tutte le mattine con la valigetta da dottore, dicendole “Ciao amore, vado in ospedale!”, ma dottore non lo è. Gli mancano ancora sei esami all’università, nonostante abbia organizzato ben tre feste di laurea, negli anni. Allora l’arguto Umberto ripiega su una "terrona", Manuela Marrone. Lei, vedendo che suo marito di voglia di lavorare ne ha pochina, decide di aiutarlo nella fondazione della Lega, finanziando il partito di tasca propria. Quando il marito comincia a entrare nei palazzi che contano, pensa bene che per lei è arrivato il momento di godersi il meritato riposo. E nel 1992, a soli 39 anni, lascia l’insegnamento e va in pensione. Ma intanto ha già regalato, a Umberto e all’umanità tutta, un monumento all’intelligenza: Renzo, in arte "Il trota". Il quale, per non deludere le aspettative che i suoi genitori, grandi amanti del lavoro e della meritocrazia, ripongono in lui, si fa bocciare 3 volte alla maturità.
Ma non c'è problema per chi nasce in camicia, specialmente se la camicia è verde. Infatti il pupo nel gennaio 2009 viene nominato, a 12 mila euro al mese, membro dell'"Osservatorio sulla trasparenza e l'efficacia del sistema fieristico lombardo" (organismo istituito su iniziativa della Lega). Poi entra nel Consiglio Regionale della Lombardia e porta orgogliosamente a casa i suoi sudatissimi 11 mila euro mensili. E poi c’è suo zio, il fratello del padre, a chiudere il quadretto familiar-padano. Si chiama Franco Bossi, ha studiato solo fino alla terza media ma dal 2004 al 2009 s’è puppato 12.750 euro al mese, facendo il portaborse all’europarlamentare leghista Matteo Salvini.
Quella dei Bossi è davvero una famiglia invidiabile, di cui i cittadini si fanno carica da anni in segno di solidarietà e misericordia per aiutarli a sbarcare il lunario. Almeno un grazie, i Bossi, ce lo dovrebbero. E invece, se ci va bene, dobbiamo accontentarci di un dito medio
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